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Giu

Registrare in PCM WAV a meno di 60 Euro – Philips DVT1500, che bella sorpresa!

Sempre alla ricerca di registratori digitali compatti, economici e soprattutto capaci di registrare in formato PCM non compresso a 44,1 kHz, ho ceduto alla tentazione di acquistare il piccolo registratore Philips qui recensito. Verdetto: vivamente consigliato. I limiti dello strumento sono ampiamente compensati da convenienza economica, leggerezza, facilità d’uso.

Testo e foto di Cesare Brizio

Ambito di utilizzo

Come sanno i frequentatori di questo blog, ultimamente sono molto concentrato sull’Ultramic. Anche se ai fini scientifici è ottima cosa avere una banda che comprenda gli ultrasuoni, ai fini divulgativi (audioguide, paesaggi sonori) è ampiamente sufficiente coprire l’udibile in qualità CD. Oggi vi parlo di un registratore digitale audio operante appunto a 44,1 kHz 16 bit stereo, idoneo quindi a tutti gli impieghi standard, compresi inaspettatamente quelli bioacustici.

Un’inaspettata convenienza

Il prodotto è questo: Philips DVT 1500, descritto dal fabbricante come “sistema di dettatura”, pensato cioè come registratore vocale per lezioni, conferenze e simili. Il prodotto è corredato tra l’altro di un software per il riconoscimento vocale, ovvero per trasformare il file audio in file di testo, su cui le recensioni sono variegate (se mai voleste usare questi strumenti, lo dico per esperienza, ricordate che danno il meglio se accuratamente addestrati secondo le procedure illustrate nei rispettivi manuali).

DVT1500

Il prezzo consigliato al pubblico (lo trovate assieme alla scheda tecnica al link che, poco più sopra, apre questo post) è intorno ai 90 Euro. Ma qui entrano in gioco, assieme al mio patologico eccesso d’attenzione, anche i privilegi di socio Coop… Il mio incontro con il DVT 1500 infatti avviene nell’imminenza di una delle domeniche primaverili di 20% di sconto su un prodotto a scelta. Così, a margine della solita spesa settimanale, mi concentro qualche attimo sul pur limitato assortimento di registratori vocali della Ipercoop Castello di Ferrara. Il ragionamento è del tipo: “Non vuoi mai che uno di questi giochini abbia la presa per un microfono stereo esterno e registri anche in PCM…!“. Ipotesi balzane, visto che i microfoni interni sono un vantaggio per i consumatori, che ben di rado hanno motivo di volere usare un microfono ulteriore, e considerata l’enfasi sulla durata di registrazione e sul riconoscimento vocale automatizzato: registrare in PCM in qualità CD stereo (44100 campioni al secondo per canale × 16 bits per campione × 2 canali = 1411200 bit al secondo = 1411.2 kbps) è antitetico alla prima esigenza e superfluo per la seconda (bastando ampiamente un mp3 registrato a 96 kbps (“FM radio quality, suitable for high-quality speech or medium-quality music”).

Un’occhiata alla confezione  mi ha subito deluso: “MP3 stereo recording”. Mi sono allantanato per poi pensare: “Un momento! Il fatto che vantino di registrare in MP3, che è l’esigenza più sentita dal mercat0 dei consumatori, non implica che la registrazione in PCM sia impossibile!”. Così, già che c’ero, mi sono fatto aprire la vetrinetta e, udite!, udite!, sul lato della confezione, tra i formati di registrazione trovo “PCM WAV”, e sample rate 44,1 kHz! Insomma, la fortuna aiuta gli audaci. Prezzo ufficiale 69 Euro, già scontato rispetto al prezzo suggerito dalla casa madre. Sconto della domenica successiva per i soci coop: 20%. Pagato poco più di 55 Euro! Circa un quarto del mio buon vecchio Edirol R-09, circa la metà del mio Zoom H1.

Attrattive e limiti

La maggior parte dei registratori digitali compatti sono ricchi di funzioni inutili che, oltre a correre il rischio di complicarne l’utilizzo, comportano un’elettronica più sofisticata (e quindi più vulnerabile) di quanto non sarebbe strettamente necessario ai soli fini della registrazione. Filtri lo-cut, controllo automatico del guadagno, marcatura delle tracce e “segnalibri”… Da questo punto di vista, pur nella minore quantità di pulsanti da azionare, anche il nostro Philips DVT-1500, pur essendo un modello di bassa gamma nella serie DVT, non si fa mancare nulla. In questo senso, la mia iniziale aspettativa di avere un dispositivo con poco software a bordo è stata delusa, e certamente in questo come negli altri miei registratori userò solo una minima parte delle funzionalità disponibili, continuando a domandarmi perché non si facciano telefonini che servono solo a telefonare e registratori che servono solo a registrare… 🙂

In ogni caso, rispetto ai modelli di gamma superiore, il DVT 1500 non ha regolazione manuale del volume di registrazione (che potrebbe servire), né le modalità di “riduzione rumore” e “filtro vento”, delle quali invece non mi servirei dato che applicano filtri che impattano sulla qualità di registrazione.

Per farvi un’idea, ecco qui i collegamenti a manuale, scheda tecnica e guida rapida del DVT 1500. Quanto alle recensioni utente, ce ne sono diverse, soprattutto su Amazon, sebbene provenienti da acquirenti che ne hanno fatto l’uso “nativo” di registratore vocale.

Dal mio punto di vista segnalo in senso positivo:

  • la leggerezza sbalorditiva: 75 grammi con due batterie ministilo montate;
  • la semplicità d’uso. Contrariamente allo Zoom H1, che è “sempre in presa” sui microfoni interni o esterni e quindi è costantemente in monitoraggio (a scapito della durata della batteria), col pulsante di registrazione che avvia la memorizzazione, il DVT 1500 consente di decidere quando registrare, ed ha un consumo minimo in standby;
  • la silenziosità: lo Zoom H1 genera un artefatto udibile a bassa frequenza che poi va rimosso dalle registrazioni, mentre dalle prime prove il DVT 1500 ha una silenziosità pari a quella dell’Edirol R-09;
  • la versatilità nell’accettare microfoni esterni.

I difetti macroscopici sono l’impossibilità di regolare in continuo il volume di registrazione (ne parlerò tra breve) e l’indisponibilità della retroilluminazione del display comunque anche assente da dispositivi come lo Zoom H1), che ne rende leggermente più complesso l’utilizzo al buio. Inoltre, come tutti i dispositivi di questo tipo, se tenuto in mano in corso di registrazione risente molto dell’eventuale contatto tra dita e display, che induce un ronzio nella registrazione. Infine, per fare proprio i sofisticati: lo Zoom H1 ha sul retro un ricettacolo femmina per vite di passo fotografico, che rende agevole fissarlo a un treppiede o a un monopiede. Per il DVT 1500 bisogna ingegnarsi un po’ di più.

Sul campo

Ho testato il Philips DVT-1500 con i seguenti microfoni:

  1. Microfono stereo parabolico autocostruito.
  2. Microfono stereo ad asta per registrazione insetti, autocostruito con due capsule ricavate da un Edirol R-09 (non so darvi la specifica, potrebbero essere AT853 o Panasonic WM61).
  3. Idrofono Aquarian Audio H2a.

Il corretto funzionamento di 2) e 3) mi fa dedurre che il DVT 1500 applica “plug-in power” all’ingresso microfonico, il che apre la strada all’uso di una grande quantità di dispositivi esterni. Venendo al volume di registrazione: come detto, la regolazione manuale in continuo della sensibilità del microfono in corso di registrazione è possibile solo con i modelli di alta gamma DVT 3000 e DVT 7000. Con il DVT 1500, non è possibile regolare il volume in continuo, ma bisogna preselezionare uno dei quattro livelli di sensibilità preimpostati. L’apposita voce del menu propone le scelte:

  • Dictation
  • Speech to text
  • Conversation
  • Lecture
Lecture-Conversation-SpeechToText

Livelli di sensibilità del microfono (interno o esterno) Philips DVT 1500

che apparentemente corrispondono a differenti livelli di guadagno, come mostra la registrazione del rumore di fondo del mio giardino qui sopra rappresentata (a ben vedere, un relatore, settaggio”Lecture”, è più lontano di una persona con cui stai conversando, mentre la registrazione ai fini del riconoscimento vocale si fa tipicamente con il microfono vicino alla bocca di chi parla: ecco perché il guadagno preimpostato è decrescente nei tre settaggi). Non ho testato quello “dictation” che a lume di naso potrebbe essere ancora più silenzioso.

Ascoltate con le vostre orecchie i risultati ottenuti in questi brevi campioni MP3. I primi tre, realizzati con microfono parabolico e relativi ad un Usignolo; il quarto, un Grillo di Bordeaux, con il microfono ad asta.

  1. SAMPLE_Usignolo_Lecture
  2. SAMPLE_Usignolo_Conversation
  3. SAMPLE_Usignolo_Speech_to_text
  4. SAMPLE_E.burdigalensis_Speech_to_text

Nessuna postproduzione è stata effettuata (né amplificazioni, né filtraggi). L’immagine armonica restituita è certamente al livello di quella che sono abituato ad ottenere con lo Zoom H1, anzi migliore a causa dell’ottima silenziosità e assenza di artefatti generati dal dispositivo. Insomma, credo che riconoscerete che il rapporto qualità/prezzo può davvero giustificare un acquisto del Philips DVT-1500.

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