L’orecchio inganna, il buio nasconde, la morfologia confonde…. ne verrò mai fuori?
Testo e foto di Cesare Brizio
“Fusse che fusse la vorta bbona?” pensavo, parafrasando Manfredi, nell’oscurità sempre meno penetrabile dalla mia fedele torcia frontale con le batterie in esaurimento. E soprattutto pensavo “Ma sta cantando o no?“, maledicendo le modeste capacità dell’orecchio umano, che sistematicamente vilipendo nelle mie presentazioni bioacustiche. Il dubbio è lecito, a mezzanotte abbondantemente passata.
Sebbene la location, sui colli attorno a Villabalzana, non abbia nulla di inquietante, la stanchezza inizia a farsi sentire, ma è compensata dalla soddisfazione per la conclusione della mia caccia al mitico endemita Vicentino. Caccia in cui esaltazione e delusione hanno già fatto una volta il loro corso. Poco più di una settimana addietro, convocato d’urgenza a Vicenza da quella sporca canaglia del mai sufficientemente lodato Filippo Buzzetti, per assistere alla insolita pullulazione di Barbitistes vicetinus Galvagni & Fontana, 1993, mi sono trovato a disilludere tutti. Macchè vicetinus, i cerci non mentono!
E il canto neppure: si trattava del buon vecchio B. serricauda (Fabricius, 1798). Oddio, “buon vecchio” si fa per dire…. E’ stata solo la prima novità di un’estate che, grazie a Filippo, ha arricchito di due specie in più la mia collezione di canti di Ortotteri contando anche il nuovo canto, che non sia mai Pholidoptera littoralis (Fieber, 1853), che ho registrato un’oretta fa. Piacevole novità, quindi, ma non era lui. Poi, un conto è registrare con la luce su terreno abbastanza aperto dalle parti di Ancugnano, e con il pur supersonico canto di un gruppo di garruli serricauda a offrire qualche appiglio sotto i 20kHz al mio “unaided ear”, un conto è registrare qui ed ora un soggetto poco visibile e molto meno udibile.
Quantomeno, stavolta sono sicuro che è lui (arieccoci coi cerci….). E per fortuna che ho con me la macchina fotografica col fedele macro Sigma montato. Peccato che la foto “porno” della femmina che divora la spermatofora non sia venuta, a dispetto dei guardoni che mi hanno segnalato la poco commendevole scena.
Poi, va bene la parsimonia energetica (si, vero, la batteria AA dura 10 ore di registrazione), ma è mai possibile che la retroilluminazione del display del mio Zoom H1 duri solo cinque secondi dopo l’accensione? Devo guardare il soggetto per tenere il microfono vicino, ma devo piegare la testa per vedere i VU-meters sul display….
Ma sta cantando o no? Ecco, è un attimo! Le piccole tegmine amaranto si sollevano e si incrociano! E io non sento nulla, all’inferno il giunto quadrato-articolare dei nostri bisnonni Terapsidi! Mi è parso di vedere i piccoli nastri del display LCD allungarsi per un istante, sperando che non sia stato un urto. E con le nuove specie registrate in Veneto siamo a tre….
Sono passati altri tre quarti d’ora. Basta, mollo qui! Mi attendono due ore e passa di strada e autostrada per arrivare a casa. Tanto, qui ci torno la prossima estate! E magari ci torno con un bell’Ultramic… devo proprio parlarne a Filippo.
N.d.A.: il campione audio ottenuto è davvero scadentissimo, ascoltare per credere… Ma ora conosco i miei polli, pardon, i miei Barbitistes, e mi rifarò nel 2013, promesso!